I pollini che inducono allergia con maggiore frequenza sono quelli delle graminacee selvatiche (gramigna, loglio, erba codolina, chiamata anche ''coda di topo''), mentre le graminacee coltivate come frumento, segale, orzo, raramente provocano allergie respiratorie. Pollini allergizzanti vengono prodotti anche da alberi come l'olivo, il faggio, l'ontano, la betulla, il nocciolo e il cipresso, e da piante erbacee come la parietaria, l'artemisia, l'ambrosia e la piantaggine. Contrariamente a quanto si crede, quei ''piumini'' prodotti dai pioppi in primavera non sono la causa dell'allergia, ma sono i pollini in generale che proprio in questo periodo dell'anno vengono liberati nell'aria in elevata quantità. La primavera, infatti, è la stagione in cui la concentrazione aerea di pollini (misurata in numero di grani di polline per metro cubo d'aria) è più alta, e perciò è la stagione in cui le allergie raggiungono il culmine, anche se la stagionalità varia da regione a regione a seconda della latitudine e della vegetazione locale. Le allergie nel mondo e anche in Italia sono in aumento costante, il 23% della popolazione ne è colpita, quasi 1 su 4. Le cause comuni sono l’inquinamento, l’ereditarietà, lo stile di vita occidentale con una sempre maggiore igiene che favorisce l’insorgenza di alcune forme allergiche, dermatiti atopiche, in testa. Sono soprattutto i bambini le nuove vittime di questo incremento con un trend che è cresciuto negli ultimi anni sino al 35%. si calcola che nel 2020, 1 su 2 soffriranno di patologie allergiche e saranno 50% i piccoli colpiti da rinite allergica. Alcuni consigli utili:
A presto con l'uscita del nuovo portale sui pollini, che vi aiuterà a stare meglio. |